Svizzera

Guardie svizzere, 34 nuove reclute hanno giurato

Il Papa: “Dico anche a voi, giovani Guardie: andate controcorrente! Meno telefonini, meglio usare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità...”

  • 6 maggio, 18:32
  • 7 maggio, 07:21

Vaticano: il giuramento delle guardie svizzere

SEIDISERA 06.05.2024, 18:50

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info

Sono 34 le Guardie svizzere che hanno giurato fedeltà al Papa lunedì pomeriggio, secondo tradizione, nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico in Vaticano.

L’incontro con il Papa

Il Papa ha incontrato oggi le Guardie, in occasione del giuramento delle nuove reclute. “A proposito della dimensione relazionale, vi esorto a coltivare attivamente e intensamente la vita comunitaria. Oggi - ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza - è diffusa tra i giovani l’abitudine di trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino. Pertanto dico anche a voi, giovani Guardie: andate controcorrente! È meglio utilizzare il tempo libero per attività comuni, per conoscere Roma, per momenti di fraternità in cui raccontarsi e condividere. Queste esperienze costruiscono dentro e vi accompagneranno per tutta la vita”.

Il Papa ha fatto cenno anche alla nuova caserma, “attualmente in fase di progettazione” e che “dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po’ disperse per mancanza di spazio, e così anche al sostegno e al rafforzamento di questo legame e del senso di famiglia all’interno del Corpo”.

Il Pontefice ha infine rivolto il suo ringraziamento: “Questo giorno giunge per me sempre atteso e gradito, perché mi offre l’occasione di esprimere pubblicamente il mio ‘grazie’ per la presenza e il servizio della Guardia svizzera. Prima di tutto per la presenza: una presenza che si distingue per la qualità, per lo stile gentile, attento, scrupoloso. E naturalmente poi per il servizio quotidiano, sempre generoso e solerte”.

L'Unesco sostiene la nuova caserma delle Guardie Svizzere

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Il giuramento

“Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Così giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano”, questa la solenne formula, letta dal cappellano del Corpo, padre Kolumban Reichlin. I nuovi alabardieri della Guardia svizzera Pontificia, ognuno dei quali, una mano sulla bandiera e l’altra a indicare la Santissima Trinità, hanno risposto, nella propria lingua. “Io, Alabardiere..., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano!”, hanno scandito le 34 reclute che oggi sono entrate formalmente nell’esercito più piccolo e più antico del mondo. Delle nuove leve solo 2 sono di lingua italiana: Giacomo Porcini, 23enne di Carona, e il 21enne di Locarno Gabriele Scaffetta. Sedici sono invece germanofone, 16 di lingua francese e nessuno di lingua romancia. 

Ogni anno, le nuove guardie prestano giuramento in occasione dell’anniversario del sacco di Roma, 6 maggio 1527, quando 189 Guardie svizzere, di cui 147 restarono uccise, difesero papa Clemente VII contro i lanzichenecchi arruolati nell’esercito di Carlo V.

Il giuramento avviene sulla bandiera del Corpo e alla presenza del rappresentante del Papa, monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Le guardie giurano così di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato i loro valorosi e fedeli antenati.

L’evento si è svolto nel Cortile di San Damaso in un clima austero e nel contempo di festa, presenti le famiglie giunte dalla Svizzera. Le guardie indossavano la “Gran Gala”, l’uniforme comprensiva di armatura, che viene indossata per la benedizione papale “Urbi et Orbi”, a Natale e Pasqua. Era presente una delegazione elvetica, guidata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer e la presidente del Consiglio degli Stati Eva Herzog.

Presenti anche il vice capo di Stato Maggiore dell’Esercito svizzero, brigadiere Jacques Frédéric Rüdin, e il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri, mons. Felix Gmür, vescovo di Basilea. La delegazione del cantone ospitante di quest’anno, Basilea Campagna, era guidata dal governo cantonale e capeggiata dalla presidente Monica Gschwind.

Il Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, fondato da papa Giulio II il 22 gennaio 1506, è responsabile della protezione del Papa e della sua residenza. E’ guidato dal 2015 dal colonnello Christoph Graf, che nel suo discorso oggi ha posto l’accento sulla “vocazione del servizio”, citando anche un biglietto che anni fa gli consegnò Madre Teresa di Calcutta: “il frutto del silenzio è la preghiera, il frutto della preghiera è la fede, il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace”.

Il corpo ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l’ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante. Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. La maggior parte dei membri proviene dal Cantone di Friburgo (17), seguito dai Cantoni di Vallese (16) e San Gallo (13).

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