CHMusica synth-pop

Sandor mostra le due facce della “Médaille”

Con il brano dell’artista vodese scopriamo l’album omonimo, raffinata fusione di chanson e pop elettronico

  • 26 aprile, 16:00

Sandor - La Médaille

RSI Musica 26.04.2024, 08:00

  • Sandor (Mx3)
Di: Andrea Rigazzi

Si scrive Sàndor, si legge (immaginiamo) Sandòr, alla francese. Perché la musicista in evidenza questa settimana viene dal Canton Vaud, anche se il suo nome d’arte ci condurrà fino a Lugano passando dall’Ungheria a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

Un viaggio nel tempo e nello spazio che si concretizza nella proposta musicale di Sandor, influenzata fortemente dagli anni ’80, decennio d’oro per il pop suonato con i sintetizzatori, conosciuto come synth-pop. A grandi linee potremmo definire lo stile come il prodotto dell’unione fra i suoni elettronici dei pionieri Kraftwerk, le asciutte geometrie Post-punk/New wave e le melodie più orecchiabili. Dai Depeche Mode ai Soft Cell, il ventaglio è ampio.
Sandor rinnova quelle atmosfere aggiungendo nella miscela gocce di chanson, aspetto che si concretizza nell’uso del francese per i testi. Sono pezzi, i suoi, in cui si respira a tratti aria “mitteleuropea” di tarda guerra fredda, con ritmiche robotiche ad alimentarne il movimento.

Nella scelta dello pseudonimo, Sandor si è ispirata alla storia del giornalista e scrittore Sandor Vay. Erede di una nobile famiglia ungherese, Sandor era nato Sarolta, quindi di genere femminile, prima di compiere la transizione verso il genere maschile. Vay subì un processo per aver sposato una donna, al caso si interessarono noti sessuologi dell’epoca. Morì a Lugano nel 1918, all’età di cinquantotto anni.

Il nome è il messaggio. Con il suo album, Sandor ci mostra entrambe le facce della “Médaille”.

Ti potrebbe interessare